COME MIGLIORARE UNA RELAZIONE COMPLICATA

Il TangoOlistico, la disciplina che ho fondato nel 2008, è costruita su una convinzione profonda: che nella vita abbiamo a disposizione due energie che meritano pari attenzione: quella ricettiva che ci permette di ascoltare la vita, lasciare che le cose accadano per come sono, accettare che giungano a noi momenti difficili e momenti meravigliosi. Ma anche una energia attiva che da spazio a tutto ciò che possiamo davvero fare, che è molto moltissimo, a ciò che è in nostro potere, che possiamo realizzare con le nostre mani attraverso l’intenzione, il pensiero, l’azione.

Queste due energie, quasi sempre, non albergano nel nostro animo in eguale misura. Spesso prevale quella attiva che però appare bloccata, interrotta. Noi insistiamo ma è come sbattere contro un muro.

Penso alla relazione con il partner quando noi pretendiamo che le cose vadano in un certo modo ma ci accorgiamo che questa pretesa non è condivisa e ci ritroviamo in guerra senza aver risolto la questione. Che fine ha fatto l’energia ricettiva? Ovviamente è ritirata perché mai vorremmo accettare le cose come stanno. Per esempio riteniamo inaccettabile il comportamento del nostro partner e quindi resistiamo, combattiamo.

Una volta una cliente venne da me portando un classico problema di relazione con il partner: Lui dice di amarmi ma io non capisco il suo comportamento e sento di amarlo più di quanto non faccia lui.

Le propongo di guidarmi e di sfogare tutta la sua frustrazione per quello che sente. Lei però fa fatica a danzare con me, nonostante stia suonando una musica intensa e convincente lei è come bloccata.

Cosa sta accadendo? La semplice danza del TangoOlistico, che consiste di fatto in un abbraccio dato o ricevuto in movimento, ha svelato la sua difficoltà nel convincere il partner.

Allora le propongo una danza durante la quale guiderò io ma le chiedo di immaginare che a guidare sia il suo partner. Lei è stupita ma curiosa. Alla fine della danza mi confessa che non si è lasciata andare perché aveva paura, paura che lui la lasciasse per un’altra.

Parliamo un po di questo tema e poi le propongo di guidarmi di nuovo con l’intenzione di spiegarmi con il corpo proprio questa sua paura, come una confessione corporea. A differenza della prima danza attiva, questa volta va un po’ meglio perchè si è data la possibilità di palesare un’emozione più chiara, la vera motivazione della crisi con il partner.

La settimana dopo mi racconta che che è riuscita a raccontare tutto questo al partner e questa chiarezza sta rasserenando la relazione. Le propongo ancora una danza durante la quale guido io. E’ più tranquilla ed entra un po’ in contatto con il piacere di stare fra le mie braccia.

Cos’è accaduto? Che lo strumento che abbiamo utilizzato le ha dato la possibilità di palesare il vero motivo della crisi relazionale e che a questa “epifania” di realtà è seguita un’azione, una comunicazione nei confronti del partner che ha dipanato la matassa.

Nella gran parte dei casi il mio lavoro consiste nel “dare permessi” alle persone che cercano aiuto. E  spesso questi pemessi aprono la porta alla risoluzione dei problemi relazionali.

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