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COME TI AIUTO A COMPRENDERE I SOGNI: il mediatore musicale (parte 2°)

Abbiamo visto la differenza fra il mondo diurno e quello notturno e stiamo cercando modi per metterli in comunicazione con l’obiettivo di comprendere il più possibile il messaggio che quel folletto infero e dispettoso che si chiama inconscio vuole donarci per farci stare meglio.

Cosa avviene quando ascoltiamo musica? Se lo facciamo in modo esclusivo, lasciando cioè che tutto il resto dell’esperienza diurna resti sullo sfondo, entriamo in una dimensione nuova, sospesa, non materiale, meno egoica, trasognata. Questo “trasogno” è chiaramente per noi molto interessante perché ci può preparare ad ospitare proprio il ricordo di quel sogno che altrimenti andremmo a leggere con l’usuale chiave cognitiva.

Ma quale musica sceglieremo? E qui arrivo io, come una sorta di deus ex machina che, con uno stratagemma, prepara il campo alla risoluzione del rebus.

Infatti la musica del tuo sogno la scelgo io! 

Questa invasione di campo è per l’appunto, uno stratagemma anti-egoico dove la mia scelta, del tutto arbitraria, ti aiuterà a rivivere il sogno da una prospettiva inattesa, non prevista, non controllata, e dunque non egoica. 

Si potrebbe obiettare, a ragione, che la mia scelta potrebbe portare a una confusione ancora maggiore perché non è altro che il frutto del mio ego e delle sensazioni che provo ascoltando il tuo sogno. Eppure ho osservato con soddisfazione che l’effetto è spesso opposto. 

Per il sognatore, ascoltare una musica inedita, emozionante, non prevista, apre la porta delle emozioni e va ad amplificare il sogno rivissuto come se si ingrandisse e divenisse più “chiaro”. _Io non conosco le emozioni del sognatore (e a volte nemmeno lui) ma so che la musica esalterà l’emozione “possibile” in quel momento, ovvero quella che lo specifico sogno può provocare.

E su quali basi scelgo la musica? 

Qui entra in gioco un vero e proprio processo artistico. Per quanto possibile mi lascio penetrare da sogno, dalle immagini che mi evoca, dai personaggi, e lascio che la musica “mi arrivi” facendo il minore sforzo possibile per cercarla. Il risultato, grazie a una libreria musicale piuttosto vasta di partenza, sarà come un possibile filo che lega il mondo diurno e quello notturno del sognatore. Un filo vibrante, duttile, che prenderà la forma della conoscenza, del significato, della catarsi.

Ma ora vediamo nello specifico come funziona l’incontro individuale.

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